Recensione del libro “Bombe d’acqua. Alluvioni d’Italia dall’unità al terzo millennio”

Dalla fragilità geologica a quella politica, l’Italia combatte da secoli con il problema del dissesto idrogeologico, un fenomeno ormai parte integrante della nostra storia.

Il libro delinea la storia idraulica, civile e politica della “questione idrogeologica” italiana, dall’unità ai nostri giorni. Il problema, sempre più pressante e talvolta drammatico, è stato quasi sempre affrontato anteponendo l’urgente all’importante, senza cognizione del passato e visione del futuro. Liberato dalle catene cronologiche, il racconto del libro riunisce tempi e luoghi diversi nell’ambito di paradigmi tematici, disegnando una narrazione avvincente dove le genti, la politica, gli scienziati e i tecnici sono assieme protagonisti e vittime, salvatori e salvati, illusionisti e dannati. E per la prima volta le diverse sfaccettature del problema sono filtrate attraverso una lente scientifica razionale e unitaria, esponendo anche la prospettiva con cui si potrebbe affrontare la questione.

Con un linguaggio chiaro, interessante e a tratti ironico, l’autore Renzo Rosso – ordinario di costruzioni idrauliche e marittime e idrologia nel Politecnico di Milano dal 1986 – cerca di spiegare il fenomeno a partire dal termine “bombe d’acqua”, etichetta impropriamente utilizzata nei nostri confini italiani, traduzione frettolosa dell’internazionale cloudburst.

“Alle bombe d’acqua non possiamo che piegarci, con i nubifragi o le meteore bisogna imparare a convivere. Per rispondere alla sfida del clima meglio sarebbe adattarsi, prima di confidare nei buoni propositi, che non potranno comunque avere effetti immediati: ci vorrà più di un secolo di sviluppo sostenibile per alleviare i danni prodotti da cent’anni di sfruttamento intensivo del pianeta”.

Buona lettura!

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